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Corso vendere all’estero con Alibaba

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Il nostro corso e-commerce su Alibaba offre l’opportunità di sfruttare il canale Alibaba per vendere online in tutto il mondo.

Per Alibaba Group sono i numeri a parlare. Il colosso dell’e-commerce fondato in Cina nel 1999 da Jack Ma conta oggi 454 milioni di utenti attivi, di cui l’80% tra i 19 e i 30 anni. Sono 12 milioni le aziende presenti in Cina sulle sue piattaforme, oltre un miliardo i prodotti in vendita ogni giorno con il 79% delle transazioni effettuate attraverso dispositivi mobile.

Il giro d’affari dell’anno fiscale 2017 è pari a 547 miliardi di dollari. Sono oggi presenti oltre 150 store italiani sulla piattaforme B2C Tmall e Tmall Global che vendono oltre 1.000 brand italiani. 50 di questi store sono stati aperti da ottobre 2015, ovvero da quando è stata inaugurata la sede italiana di Alibaba.

A guidarla è Rodrigo Cipriani Foresio, managing director per tutto il Sud Europa (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia) con alle spalle un’esperienza ventennale maturata nel Gruppo Mediaset. Il manager dirige oggi il team di Alibaba Italia, che si rivolge ad aziende  italiane convinte delle potenzialità dell’e-commerce e interessate a esportare i loro prodotti sul mercato cinese, aprendo a un mercato di oltre 490 milioni di consumatori.

“L’Italia è stato il primo Paese europeo in cui il Gruppo ha aperto una controllata, operativa dall’ottobre 2015 – ha dichiarato Cipriani a margine de Linkontro Nielsen, che lo ha visto tra i protagonisti sul palco dell’evento -. Il nostro compito è aiutare le aziende locali a entrare in contatto con i consumatori cinesi”.

La scelta strategica di aprire una sede italiana risiede nel fatto che qui si trovano alcuni tra i produttori di eccellenza e maggiori brand di tendenza ricercati dai consumatori cinesi, prodotti Made in Italy, riconosciuti tra i migliori al mondo specialmente per i segmenti food, fashion, design e arredamento.

“L’obiettivo è di creare una piattaforma globale nei prossimi 10 anni capace di arrivare 2 miliardi di clienti in Cina, che rappresenta il nostro focus per il 95%, ed estenderci nel Sud Est Asiatico, perché in questa area la popolazione è costituita prevalentemente da millennials connessi su mobile”.

Alibaba non vende direttamente ma tramite un’infrastruttura tecnologica e di marketing, su cui basa un ecosistema di piattaforme digitali, ciascuna contraddistinta da specifiche peculiarità, che consente a piccole e medie imprese e grandi brand, di offrire prodotti, servizi e contenuti digitali in Cina.  Fin dalla sua nascita, Alibaba ha accompagnato milioni di piccole imprese cinesi nel loro percorso di crescita e, con questa esperienza consolidata alle spalle, oggi Alibaba rappresenta per le aziende di tutto il mondo una vera e propria porta di ingresso sul mercato cinese.

“Ogni brand che decide di aprire il proprio store sulla nostra piattaforma può farlo grazie a partner tecnici certificati Alibaba, che assistono i brand lungo un percorso strategico di medio lungo- termine, personalizzato in base alla categoria merceologica o alla tipologia di clienti per esempio. Sono soprattutto partner cinesi, ma ci sono anche alcune strutture italiane come FiloBlu e Evlonet” prosegue Rodrigo Cipriani Foresio.

Il sistema Alibaba Group vede al centro Alibaba.com, la piattaforma B2B che permette di entrare in contatto con oltre 100 milioni di buyer in tutto il mondo.

La struttura comprende i partner Tmall e Tmall Global,  piattaforme B2C che permettono la vendita diretta dei prodotti ai consumatori cinesi. Per essere su Tmall bisogna avere la legal identity cinese.

Dal 2014 è attivo Tmall Global che permette anche alle aziende senza la legal identity cinese e che non hanno presenza fisica in Cina di vendere online. Alibaba Group ha previsto anche: Alipay, il sistema di pagamento utilizzato da 450 milioni di cinesi; Aliexpress, marketplace retail internazionale da venditori cinesi ad acquirenti nel resto del mondo; Cainiao, piattaforma dati per la logistica; Alibaba Cloud: piattaforma di cloud computing e data management; Alimama.com: piattaforma di servizi di marketing.

l colosso cinese ha oltre mille brand italiani e punta soprattutto sul food.

Alibaba vuole diventare globale. A oggi conta circa 500 milioni di clienti, l’obiettivo è arrivare a 2 miliardi entro i prossimi dieci anni”. Rodrigo Cipriani Foresio, il managing director di Alibaba per il sud Europa, a margine di Linkontro, l’annuale appuntamento organizzato da Nielsen, spiega il piano di sviluppo del colosso cinese dell’e-commerce che con le sue piattaforme dà la possibilità a 12 milioni di aziende in tutto il mondo di vendere i propri prodotti sull’appetibile mercato della Cina. Appetibile perché sono 200milioni gli utenti che in media sette volte al giorno accedono ai portali Alibaba, per un totale di 22 minuti ciascuno. La compagnia di Jack Ma ha chiuso il quarto trimestre del 2016 con un giro d’affari in crescita del 60% a 5,60 miliardi di dollari. Pensa a espandersi “a oggi non sul mercato occidentale”, ma nel sud-est asiatico, tra Thailandia, Filippine, Malesia, Indonesia.

In Italia che prospettive ci sono?

Abbiamo 150 flagship store e oltre mille brand italiani. La nostra missione è chiara: portare le aziende tricolore a entrare nella piattaforma.

Le aziende italiane come possono entrare in questa piattaforma?
Possono solo se invitate da Alibaba. I criteri che utilizziamo per scremare sono se l’azienda interessata è già presente in Cina, se ha già esperienza di e-commerce, e poi un business plan di 3-5 anni. Ogni giorno nel mondo fanno il loro ingresso 2mila nuovi store, le categorie che vanno di più sono il fashion, la cosmetica, il food. Spero che le aziende italiane della distribuzione alimentare aiutino a portare i prodotti italiani in CIna, come stanno facendo alcune compagnie estere.

La contraffazione è un serio problema per Alibaba.
Il fondatore Jack Ma ha detto “che circa la metà dei prodotti che vendiamo sono falsi e non possiamo farci niente”. Abbiamo un sistema di protezione dei marchi, AliProtect, che permette di registrare il proprio marchio anche se non si ha un sito presso di noi. Molte case di moda italiane hanno il marchio registrato da noi ma non hanno lo store aperto. Una volta registrata, l’azienda può indicarci tutti i siti che vendono prodotti falsi o che usano immagini di prodotti falsi, noi in 24 ore li chiudiamo.

Che risultati ci sono stati sinora?
Lo scorso anno ne abbiamo oscurati 250mila. C’è da tener presente inoltre che in Cina è lecito per legge il grey market, il mercato parallelo.Poi facciamo anche delle azioni proattive. Vogliamo ci sia la massima cooperazione con le aziende: collaboriamo con loro e con la polizia cinese, ci indicano i distretti di produzione dei falsi.

 

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