Quali sono gli effetti della pandemia da Covid-19 sul comportamento d’acquisto degli utenti e sulle vendite degli eCommerce?
Il settore dell’ecommerce si è rivelato strategico per fronteggiare le restrizioni dettate dall’emergenza coronavirus. Il boom degli acquisti online è stato tale da mettere in difficoltà persino piattaforme come Amazon, che nelle prime fasi ha dovuto interrompere le spedizioni di beni non necessari per rispondere ad una domanda di spesa online mai registrata prima.
Il digitale ha permesso a numerose aziende di mantenere vivo il proprio business nonostante il lockdown, molte delle quali non avevano ancora abbracciato il commercio elettronico, ma hanno saputo cogliere le opportunità offerte dalla situazione.
Questo si rifletterà sul futuro, le aziende potranno contare su un nuovo bagaglio di esperienza da sfruttare anche quando si assisterà finalmente alla riapertura. Il settore del retail in generale si trova alla vigilia di una rivoluzione, dove ancora una volta il digitale avrà un ruolo preponderante.
Per questo, il Consorzio Netcomm, punto di riferimento in materia di ecommerce e retail digitale nel panorama nazionale e internazionale, ha annunciato il suo primo appuntamento interamente online e gratuito, il Netcomm Forum Live, per offrire un’occasione di confronto agli stakeholder del comparto.
In attesa del convegno, che nella sua versione tradizionale fieristica è già da anni l’evento di riferimento per l’ecommerce in Italia, Money.it ha fatto il punto della situazione con Roberto Liscia, Presidente Netcomm.
Tracciamo una veloce panoramica del mercato ecommerce italiano, che numeri ha fatto durante il lockdown?
Sin dall’inizio del lockdown, l’ecommerce ha registrato una crescita a tripla cifra, con picchi importanti nell’alimentare e nell’approvvigionamento domestico e ha messo le aziende di fronte all’evidenza che il digitale non è più solo un’opzione, ma una strategia chiave per lo sviluppo del proprio business. Secondo una recente survey di Netcomm, il 77% delle aziende che vende online nei diversi settori, ha dichiarato di aver acquisito nuovi clienti già nelle prime due settimane dall’inizio delle restrizioni messe in atto dal governo per contrastare la diffusione del virus.
In attesa di un’analisi quantitativa dettagliata, è interessante osservare che la crisi ha portato diversi consumatori ad avvicinarsi per la prima volta agli acquisti online per necessità. Per questo, ci aspettiamo che per la prima volta dopo diversi anni, la percentuale di crescita di questo settore registri un incremento superiore all’ormai attestato +15% a cui ci eravamo abituati da qualche anno.
Secondo lei questo trend di crescita andrà avanti indipendentemente dall’evolversi della crisi economica e sanitaria?
Prossimamente assisteremo alla riapertura graduale dei siti di produzione e dei punti vendita e le persone potranno finalmente tornare a circolare liberamente, anche se sarà necessario continuare a prendere le dovute precauzioni per la tutela della salute di tutti. A quel punto, il ruolo del commercio digitale sarà ancora più importante: molti preferiranno continuare ad acquistare online, piuttosto che impiegare lungo tempo in fila o rimanere in luoghi chiusi in presenza di numerose persone.
Non solo, avremo bisogno di un valido motivo per uscire di casa e andare a fare shopping, per questo i negozi dovranno riaprire ancora più belli di prima e dovranno offrire un valore aggiunto in termini di esperienza al semplice acquisto. Questo è il momento del cosiddetto unified commerce, che va oltre l’omnicanalità, mettendo al primo posto l’esperienza del cliente, abbattendo le barriere tra i canali e sfruttando una piattaforma comune.
Come si dovranno evolvere nell’immediato tutti quei settori non associati ai “bisogni necessari”, per incontrare di nuovo la domanda online?
Occorre innanzitutto che in tutti i settori vi sia la consapevolezza che la crisi, seppur terribile e inaspettata, ha presentato nuove possibilità di utilizzo del canale digitale. Da un lato come strumento per rispondere alle esigenze dei cittadini e dall’altro per le imprese che hanno potuto riadattare la propria attività per la vendita online, garantendo continuità al proprio business.
Per questo, considerando l’incremento di nuovi utenti ecommerce, è opportuno che l’intero ecosistema del digitale si sviluppi nell’interesse e nella tutela di tutti i consumatori e delle aziende che intendono affacciarsi per la prima volta ai canali online. Prioritario è mettere gli acquirenti nelle condizioni di poter acquistare e pagare in totale trasparenza e sicurezza e le imprese di investire e acquisire competenze tecnologiche specifiche.
Fonte: money.it