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Innovativo prodotto PayPal: pagamenti mobile by Braintree

braintree piattaforma pagamenti mobile

Braintree è una nuova piattaforma di pagamento innovativa, una nuova generazione come Airbnb, OpenTable, TaskRabbit e Uber, che stanno creando nuove esperienze di consumo interessanti cambiando i modelli di business esistenti e proiettandoli verso il futuro. Una volta che l’acquisizione è stata completata, Braintree continuerà a funzionare come un servizio separato all’interno PayPal sotto la guida del CEO Bill Ready, che riferirà al Presidente PayPal David Marcus.

Vi riportiamo l’intervista a Bill Ready, CEO di Braintree, piattaforma globale per i pagamenti mobile acquisita l’anno scorso da Paypal per 800 milioni dollari.

Era il “lontano” 2009, l’iPad non aveva ancora fatto la sua comparsa, e Ready aveva già intuito che il futuro dei pagamenti digitali sarebbe passato per quei computer miniaturizzati sempre più potenti che ormai quasi tutti teniamo in tasca.

In pratica abbiamo predetto il futuro e preceduto tutti, così quando siamo partiti c’eravamo solo noi”, mi ha spiegato durante l’ultimo Web Summit. “Pensare allora quello che sarebbe accaduto oggi era una cosa da folli, ma alla fine abbiamo avuto ragione. In questi mesi abbiamo lavorato per semplificare al massimo il sistema di pagamento e anche il modo in cui ci si iscrive al servizio. E per le startup, i primi 50mila dollari di transazioni saranno senza costi”.

Oggi anche in Italia i principali operatori di TLC e la stessa CartaSì hanno da poco lanciato i loro neonati servizi di Mobile Payment. Ma nel 2010, quando nascevano aziende come Airbnb e Uber, che di questa tecnologia hanno assoluto bisogno per erogare via app i loro servizi, “l’unica infrastruttura tecnologica funzionante e sicura disponibile sul mercato era Braintree”, sottolinea soddisfatto Ready.

Oggi il fenomeno sta esplodendo in tutto il mondo, ma in Italia c’è ancora una forte resistenza culturale da parte degli utenti. Voi siete in diversi mercati: succede anche altrove?

“All’inizio le persone sono sempre un po’ spaventate dalle novità, ma noi abbiamo dimostrato che attraverso i dispositivi mobili non solo rendiamo i pagamenti più semplici, ma anche più sicuri. Se mettiamo a paragone le carte di credito e gli smartphone, dove le prime hanno un semplice chip mentre i secondi sono dei veri e propri super computer, è facile comprendere quale sia lo strumento che sa più cose di noi e su cui si possano costruire migliori sistemi di sicurezza. Per fare un esempio, noi facciamo in modo che le informazioni di pagamento dell’utente non siano mai condivise con il venditore, così se quest’ultimo risulta essere in qualche modo vulnerabile, chi acquista non corre rischi”.

Si è fatta attendere, ma alla fine anche Apple è entrata nel settore. Cosa significa per voi questo debutto?

“Credo sia una gran cosa. Sono 4 anni che sviluppiamo sistemi e strumenti per i pagamenti mobile, e nell’ultimo trimestre abbiamo lanciato il sistema di pagamento One Touch. Ovviamente, abbiamo lavorato anche con Apple per supportare il lancio di Apple Pay e,quando Tim Cook ha presentato sul palco il nuovo servizio, nove su dieci dei loghi di aziende partner che comparivano alle sue spalle erano nostri clienti”.

“Mi aspetto che in futuro non troppo lontano la maggior parte degli acquisti in e-commerce avvenga tramite gadget mobili, e sono convinto che i digital wallet avranno un ruolo fondamentale nello sviluppo e nell’affermazione di queste buone pratiche. Noi abbiamo i nostri Wallet, ma abbiamo anche creato una piattaforma che consente agli utenti di integrare facilmente multiple wallet e diversi sistemi di pagamento. Ora accettiamo pagamenti con Apple Pay, PayPal, Venmo, e presto anche con Bitcoin attraverso Coinbase. E avere un player come Apple in prima linea a a promuovere l’uso del mobile payment non può che essere un bene.”

Ma la cultura del pagamento via mobile stenta ancora ad affermarsi.

“Al momento solo il 10% degli acquisti avviene tramite e-commerce, mentre il 90% delle transazioni si fa ancora nei negozi. Se guardiamo solo al digitale, solo il 10% degli acquisti tramite e-commerce avviene con sistemi di pagamento mobile. Insomma, a conti fatti appena l’1% degli acquisti viene fatto tramite mobile payment, e la sfida è capire come portare questa percentuale al 50 o 60% nei prossimi anni. Per questo è importante avere qualcuno come Apple che entra nel settore. Ma è questione di tempo, e non mi sembra affatto impossibile che fra due anni noi siederemo di nuovo qui per discutere di come sia ovvio poter pagare tutto con lo smartphone”.

La moneta digitale porta con sé l’enorme valore aggiunto dei metadati che ne definiscono l’uso: come viene spesa, dove, quando. Cosa significano per voi questi dati e come li gestite?

“I nostro compito è innanzitutto connettere tra loro clienti e venditori. Non vendiamo advertising, non vendiamo dati a terze parti, e i nostri clienti si affidano a noi perché hanno fiducia, sanno che i loro dati saranno protetti. Quello che credo fermamente è che, man mano che i pagamenti mobili si affermeranno, vedremo moltiplicarsi esperienze guidate dal contesto in cui ci troviamo. Dove entrando in un negozio, non solo non devo digitare le informazioni relative a un pagamento, ma anche quelle riguardanti ciò che voglio comprare, perché il sistema sa già la mia taglia, il tipo di vestiti che mi piacciono, il mio colore preferito e ne informa il negoziante. Ovviamente, affinché ciò sia possibile è di fondamentale importanza che i consumatori siano liberi di scegliere quali informazioni condividere per ottenere in cambio un servizio migliore, personalizzato. E che si sentano sicuri. È fondamentale che il consumatore resti in controllo, e che abbia in cambio un’esperienza che sia realmente migliore, di valore. Nulla deve essere fatto a loro insaputa”.

Come immagini il futuro dell’e-commerce?

“Credo che nei prossimi anni a cambiare saranno gli oggetti che usiamo per fare acquisti: oggi, se pensiamo al mobile payment e al suo futuro, lo immaginiamo possibile attraverso uno smartphone o un tablet. Ma domani, quando saranno sempre più diffusi wearable device dotati di connessioni Bluetooth, o ancora sistemi sempre più avanzati di gestione delle automobili con grandi schermi touch e browser, tanto per fare due esempi, il concetto di mobile device non sarà più confinato a un telefono. Si espanderà a tutti gli altri sistemi hardware e software che ci portiamo dietro nei luoghi dove andiamo a fare acquisti.

Fonte: wired

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